È recente la notizia dell’arresto, avvenuto a Venezia, di 4 presunti terroristi legati all’ISIS. Vite normali, persone normali, lavori normali e ben integrati nel capoluogo veneto. Le intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine hanno permesso di scoprire la verità che si nascondeva sotto la superficie.
I 4 progettavano di piazzare una bomba sul ponte di Rialto, per “guadagnarsi il Paradiso”, almeno secondo i dettami del Califfato assorbiti attraverso internet e i social network, mandati a memoria durante il processo di radicalizzazione. Il gruppo si addestrava da chissà quanto tempo, e chissà quanto tempo mancava alla messa in opera del terribile piano.
Tutti e 4 i soggetti provenivano dal Kosovo. Non dalla lontana Siria, non dall’estremo oriente, ma dal cuore dell’Europa. Il dato non deve stupire: i Balcani sono una riserva importante per lo jihadismo, nel solo 2016 si stima che siano più di 700 i foreign fighters partiti da quelle zone per andare ad unirsi alla guerra civile siriana (dati dell’Istituto per gli studi di politica internazionale).
Sono più d’una le rotte attraverso le quali questi elementi possono penetrare all’interno del territorio italiano. Via mare, per cominciare, attraverso l’Adriatico, approdando a Bari o ad Ancona, sfuggendo ai controlli grazie a passaporti albanesi falsi. Non meno pericolosi sono i confini del nord-est e, non meno inquietante, c’è la possibilità concreta che elementi residenti sul suolo italiano da anni possano radicalizzarsi in seguito a contatti con gli ambienti estremisti, attraverso il web o grazie all’incontro con sedicenti predicatori. Ma non solo: Venezia, Trieste oppure attraverso i confini Svizzeri armati di documenti falsi per poi penetrare nel belpaese.
Nella lotta al terrorismo rivestirà un’importanza vitale riuscire a stanare e segnalare eventuali sospetti, agendo capillarmente sul territorio urbano e extraurbano.
Anche di questo si discuterà durante la 36a edizione delle Giornate della Polizia Locale (Riccione, 21/23 settembre 2017), grazie a simulazioni pratiche di laboratorio, in cui si potranno approfondire le procedure per il controllo reale dei documenti identificativi di viaggio e di guida utilizzati dai terroristi internazionali.
Con l’ausilio di speciale strumentazione, verrà favorito l’apprendimento dal vivo delle operazioni da svolgere e le tecniche da utilizzare nella certificazione di contraffazioni e/o alterazioni documentali relative a diversi paese a rischio, fra cui Iran, Iraq, Siria, Kosovo e Libia.